Il processo a porcospino è uno schema grafico che Nicolai utilizza per lo sviluppo del lavoro.
Parte da un punto, “il momento, l’adesso”, e si dirama a riccio attraverso linee perpendicolari e oblique.
Le linee sono le possibilità, ogni linea è composta da punti “attimi” che sono a loro volta l’inizio di altre rette “possibilità”. Lo schema prevede quindi un riccio infinito dove si delinea il percorso nelle possibilità.
Questo significa per l’artista poter cambiare strada improvvisamente, in un tragitto reale oppure immaginario, ma soprattutto la condizione in cui gli è permesso sempre il passaggio perpendicolare. In questo modo il metodo non è solamente esteso, ma può anche essere profondo. Il processo a porcospino permette a Nicolai di entrare negli oggetti e trovare un altro mondo, gli permette di far incontrare situazioni lontane tra loro, viaggiare nel disequilibrio, cambiare in ogni momento.
Il “riccio infinito” è il posto dove tutto questo gli è permesso.
Photo: Marco Davolio
Il processo a porcospino è uno schema grafico che Nicolai utilizza per lo sviluppo del lavoro.
Parte da un punto, “il momento, l’adesso”, e si dirama a riccio attraverso linee perpendicolari e oblique.
Le linee sono le possibilità, ogni linea è composta da punti “attimi” che sono a loro volta l’inizio di altre rette “possibilità”. Lo schema prevede quindi un riccio infinito dove si delinea il percorso nelle possibilità.
Questo significa per l’artista poter cambiare strada improvvisamente, in un tragitto reale oppure immaginario, ma soprattutto la condizione in cui gli è permesso sempre il passaggio perpendicolare. In questo modo il metodo non è solamente esteso, ma può anche essere profondo. Il processo a porcospino permette a Nicolai di entrare negli oggetti e trovare un altro mondo, gli permette di far incontrare situazioni lontane tra loro, viaggiare nel disequilibrio, cambiare in ogni momento.
Il “riccio infinito” è il posto dove tutto questo gli è permesso.
Photo: Marco Davolio